All'apparenza una persona come tante.
Nata in mezzo ai boschi. In campagna. Rovesciava la sua immaginazione tra quegl'alberi che parevano secolari. Così alti. Forti. Irraggiungibili. Lotte. Risate ingenue. Combattimenti tra canne di bambù. Guardava stupita i girini che nuotavano nell'acqua torba, come viscide creature sconosciute all'iride umana. Inventando posti segreti tra i tronchi fioriti, dove poter rifugiarsi. Ascoltando il giradischi di suo padre tra latte e miele e fredde monete color bronzo lasciate negli opachi bicchieri dalle lucciole alate. Ammirando di notte le stelle e il cielo, che mettevano un po' di paura. L'inquitudine nel cuore. Che premeva. E faceva già male.
Fin dall'età infantile usava l'Immaginazione come arma. Già dentro di sè regnava la sua sensibilità spiccata e incompresa. Solo dentro di se sapeva cosa c'era. Chiedendosi già mille perchè alle due persone che le avevano regalato la vita. Livida era l'anima.
Niente le sembrava scontato.Niente è scontato. E mai lo sarà.
La sua lingua biforcuta mai si sarebbe messa a tacere. Questa era lei. Nuda e cruda.
Ma la Vita non è solo immaginazione. O esternare con facilità tutto ciò che abbiamo dentro.
La Vita crea maschere. Nasconde il tuo vero IO. Sorge la paura di mostrarsi e di Essere. Gli eventi, i sentimenti, gli umani, sconvolgono l'Interiorità, catapultando il tuo vero IO nelle parti più buie dell'anima. Ignari di poterlo riottenere.
Tutto diventa represso. Impazzisci. Vomiti il tuo IO cattivo. Inquieto. Nocivo.
Vorrei rimanere sempre una bambina.Senza coscienza.Vergine e pura. Bianca.
Qui, proprio qui, nasce il mio dilemma più eminente.
Devo dar modo alla Maschera indossata di venir fuori e trattenerla?
O rimanere con la mia sensibilità e debolezza e non dovermi mutare per colpa del mondo ?
MP
Nata in mezzo ai boschi. In campagna. Rovesciava la sua immaginazione tra quegl'alberi che parevano secolari. Così alti. Forti. Irraggiungibili. Lotte. Risate ingenue. Combattimenti tra canne di bambù. Guardava stupita i girini che nuotavano nell'acqua torba, come viscide creature sconosciute all'iride umana. Inventando posti segreti tra i tronchi fioriti, dove poter rifugiarsi. Ascoltando il giradischi di suo padre tra latte e miele e fredde monete color bronzo lasciate negli opachi bicchieri dalle lucciole alate. Ammirando di notte le stelle e il cielo, che mettevano un po' di paura. L'inquitudine nel cuore. Che premeva. E faceva già male.
Fin dall'età infantile usava l'Immaginazione come arma. Già dentro di sè regnava la sua sensibilità spiccata e incompresa. Solo dentro di se sapeva cosa c'era. Chiedendosi già mille perchè alle due persone che le avevano regalato la vita. Livida era l'anima.
Niente le sembrava scontato.Niente è scontato. E mai lo sarà.
La sua lingua biforcuta mai si sarebbe messa a tacere. Questa era lei. Nuda e cruda.
Ma la Vita non è solo immaginazione. O esternare con facilità tutto ciò che abbiamo dentro.
La Vita crea maschere. Nasconde il tuo vero IO. Sorge la paura di mostrarsi e di Essere. Gli eventi, i sentimenti, gli umani, sconvolgono l'Interiorità, catapultando il tuo vero IO nelle parti più buie dell'anima. Ignari di poterlo riottenere.
Tutto diventa represso. Impazzisci. Vomiti il tuo IO cattivo. Inquieto. Nocivo.
Vorrei rimanere sempre una bambina.Senza coscienza.Vergine e pura. Bianca.
Qui, proprio qui, nasce il mio dilemma più eminente.
Devo dar modo alla Maschera indossata di venir fuori e trattenerla?
O rimanere con la mia sensibilità e debolezza e non dovermi mutare per colpa del mondo ?
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